Challenge test cosmetici. La verifica della conservazione dei prodotti

Nell’industria cosmetica, la sicurezza e l’integrità dei prodotti sono una priorità e una necessità regolamentare. Il challenge test rappresenta una parte fondamentale dei protocolli di sicurezza per verificare l’efficacia del sistema conservante impiegato nei prodotti cosmetici.

In questo articolo, approfondiremo in dettaglio come si effettua il challenge test sui cosmetici e il suo ruolo essenziale nella garanzia di prodotti sicuri e di qualità.

1. Cos’è il challenge test?

Questa procedura standardizzata serve a valutare la capacità di un sistema conservante in un prodotto cosmetico di contrastare e controllare la proliferazione di microrganismi introdotti deliberatamente. Durante il test, il prodotto viene contaminato con specifici ceppi di batteri, lieviti e muffe. Successivamente, si monitora la reazione del conservante per stabilire se è in grado di ridurre efficacemente la carica microbica entro un periodo definito. Questo test è vitale per prevenire la distribuzione di prodotti che potrebbero diventare veicoli di infezioni microbiche, garantendo invece sicurezza e stabilità.

2. Quali aziende necessitano del challenge test?

Questo esame è essenziale per:

  • aziende che sviluppano e vendono prodotti cosmetici. Il test permette loro di garantire che ogni articolo sia sicuro per il consumo pubblico;
  • centri di ricerca che formulano nuovi prodotti o esplorano nuove formulazioni per i conservanti e vogliono validare le loro innovazioni;
  • imprese che esportano prodotti e devono adeguarsi agli standard globali di sicurezza e qualità.

Challenge test cosmetici: protocollo

Non c’è una metodica ufficiale o universale per l’esecuzione del challenge test. Quella di riferimento è la norma UNI EN ISO 11930 che stabilisce diversi parametri come metodiche analitiche, ceppi di microrganismi utilizzati e interpretazione dei risultati. Il protocollo per eseguire un test di sfida microbica su un prodotto cosmetico solitamente prevede:

  1. selezione dei microrganismi. Si scelgono in modo mirato i microrganismi in base alla loro rilevanza per il tipo di prodotto testato;
  2. Il prodotto è intenzionalmente contaminato con i microrganismi selezionati in concentrazioni controllate;
  3. Si osserva la crescita microbica in più fasi, per determinare la reattività del conservante nel tempo. Il livello di contaminazione non deve superare i limiti microbiologici per le categorie 1 e 2 definiti dalla norma europea UNI EN ISO 17516;
  4. analisi dei risultati. Si valuta l’efficacia del conservante in base alla sua capacità di ridurre e mantenere bassa la carica microbica.

Esiti del test

Lo standard ISO 11930 permette di interpretare i risultati del test, che si distinguono in:

  • esito di conformità al Criterio A. Il rischio microbiologico è tollerabile e il cosmetico è ritenuto preservato contro la proliferazione microbica;
  • esito di conformità al Criterio B. Il rischio microbiologico è tollerabile, ma oltre la formulazione, a garanzia della conservazione del prodotto si dovranno tenere in considerazione anche le caratteristiche del packaging;
  • esito di non conformità. Il sistema conservante non risulta idoneo a proteggere il prodotto cosmetico. 

3. Quali test vengono eseguiti sui cosmetici?

Come si testano i cosmetici? Il challenge test non è l’unico tipo di verifica effettuata sui cosmetici. Il testing di questa categoria di prodotti può includere, oltre ai test microbiologici, quelli di stabilità per assicurare il mantenimento delle caratteristiche fisiche e chimiche nel tempo. Inoltre, dei test chimico-fisici consentono di analizzare i componenti del prodotto e garantire che rispettino le specifiche dichiarate.

Tra le verifiche di sicurezza più diffuse c’è il patch test per valutare la reazione cutanea. Vari test di efficacia, invece, servono semplicemente per accertarsi che il prodotto funzioni come promesso.

Cosa significa prodotto testato sui metalli pesanti?

Un prodotto può anche essere etichettato come “testato sui metalli pesanti”. Ciò significa che è stato analizzato e certificato per contenere livelli di metalli pesanti (come piombo, mercurio, arsenico) al di sotto dei limiti considerati sicuri per l’uso umano. Questi test sono fondamentali per i prodotti destinati all’applicazione sulla pelle, in particolare quelli usati vicino agli occhi o sulla pelle danneggiata, dove c’è il rischio di assorbimento sistemico.

Come testare dermatologicamente un prodotto?

Il test dermatologico di un prodotto cosmetico include l’applicazione del prodotto sulla pelle di volontari sotto la supervisione di dermatologi qualificati. Si effettuano osservazioni e si raccolgono dati per determinare se il prodotto causa irritazioni, allergie o altri effetti indesiderati.

Cosa significa test in vivo?

I test in vivo implicano l’applicazione di prodotti cosmetici su volontari umani per valutare direttamente la loro efficacia e potenziali effetti collaterali. Queste prove sono fondamentali per determinare la sicurezza del prodotto, come la sua capacità di provocare reazioni allergiche o irritazioni.

4. HBJ Group, la tua guida ai test cosmetici

Adottare un approccio proattivo nella realizzazione dei test sui prodotti e sulle materie prime permette alle aziende cosmetiche di mantenere standard elevati di sicurezza e qualità. Questo non solo soddisfa i requisiti regolamentari ma rafforza anche la fiducia dei consumatori, aspetto fondamentale per il successo nel mercato competitivo dei cosmetici.

HBJ Group è da sempre attiva nella consulenza alle aziende cosmetiche che vogliono ottenere tutte le certificazioni necessarie a operare secondo la normativa e all’insegna della massima tutela dei consumatori.

Se vuoi sapere di più su quanto riguarda la registrazione cosmetici, ti invitiamo a leggere il nostro articolo sull’argomento.