In un contesto globale sempre più attento alle questioni ambientali, la carbon footprint assume un ruolo determinante nella definizione dell’impatto ecologico di attività industriali e commerciali. Le certificazioni di sostenibilità rappresentano la chiave per dimostrare un impegno tangibile verso la riduzione dell’impatto ambientale e il conseguente miglioramento delle pratiche aziendali.
Per fornirvi un quadro chiaro riguardo a tali certificazioni, su come ottenerle e quali sono i vantaggi, abbiamo elaborato questa guida completa.
1. Origini e significato della Carbon Footprint ⇧
Chi ha inventato la carbon footprint? I primi a definire l’impronta di carbonio sono stati Mathis Wackernagel e William Rees nel 1992, i quali in seguito hanno pubblicato insieme il libro “Our Ecological Footprint: Reducing Human Impact on the Earth”. Tramite questa misura, l’impatto ambientale delle abitudini dell’uomo si valuta in termini di anidride carbonica emessa. Il Protocollo di Kyoto nel 1997 ha definito quali gas serra si debbano prendere in considerazione nel calcolo:
- anidride carbonica (CO2, da cui il nome “carbon footprint”),
- esafloruro di zolfo (SF6),
- metano (CH4).
Il concetto di carbon footprint rappresenta oggi uno degli indicatori più diffusi per la valutazione dell’impatto delle attività umane sull’ambiente. Questo strumento è divenuto essenziale per le aziende che intendono misurare e comunicare il proprio impegno nella lotta al cambiamento climatico.
Come si diventa carbon neutral?
Diventare carbon neutral richiede un approccio strutturato che inizia dalla misurazione delle emissioni, passa attraverso la loro riduzione mediante l’impiego di tecnologie e pratiche più sostenibili e si completa con la compensazione delle emissioni inevitabili. Questo percorso riflette un impegno profondo verso la sostenibilità e un passo avanti nel contrasto ai mutamenti climatici causati dall’uomo.
2. Le certificazioni di sostenibilità ambientale ⇧
Investire sulle certificazioni di sostenibilità favorisce il miglioramento della green identity aziendale, aumentando il senso di fiducia nei consumatori. Nel gergo tecnico si parla di “eco-marchi” in riferimento a quegli utenti che effettuano scelte consapevoli nell’interesse proprio e della collettività. Le certificazioni di sostenibilità si stanno così affermando anche quali “passaporti” per le imprese che vogliono partecipare a bandi governativi e gare d’appalto pubbliche. Queste attestano l’adeguamento di un’azienda a un insieme di standard e protocolli volti a misurare, gestire e comunicare il suo impatto, in particolare per quanto riguarda le emissioni di gas serra. Quali sono le certificazioni di sostenibilità ambientale? Tra le più rilevanti troviamo:
- certificazione ISO 14064,
- certificazione ISO 14067,
- certificazione ISO 14068.
ISO 14064
Lo standard ISO 14064 si posiziona al centro degli sforzi internazionali per la standardizzazione dei bilanci dei gas serra, fornendo un framework dettagliato per la gestione delle emissioni aziendali. Questa normativa facilita le aziende nell’adottare pratiche sostenibili in modo trasparente, favorendo la comparabilità dei dati sulle emissioni a livello globale. Attraverso un processo strutturato, permette alle imprese di identificare e ridurre le proprie emissioni, oltre a comunicare in modo chiaro i risultati ottenuti. La certificazione ISO 14064 diventa così un punto di riferimento per le aziende che vogliono attestare la propria responsabilità ambientale.
ISO 14067
L’ente di normazione tecnica internazionale ISO ha elaborato la norma ISO 14067 per rispondere alla necessità di stabilire un metodo di lavoro basato su un approccio scientifico e sistematico. Concentrandosi sul calcolo della carbon footprint di prodotti specifici, questa norma stabilisce criteri precisi per la valutazione delle emissioni di gas serra generati durante l’intero ciclo di vita di un prodotto, dalla produzione al consumo fino allo smaltimento. L’adozione di questa norma consente alle aziende di identificare le aree critiche e di intervenire con azioni mirate per la riduzione dell’impatto ambientale.
ISO 14068
In fase di elaborazione, questa certificazione mira a definire i principi per azioni di compensazione e mitigazione delle emissioni di CO2, supportando gli obiettivi di Net Zero. Il focus è posto sull’importanza di bilanciare le emissioni residue attraverso progetti di assorbimento o riduzione della CO2, nell’ottica della transizione verso un’economia a impatto zero.
3. La CO2 equivalente e il suo ruolo ⇧
La misura della CO2 equivalente è fondamentale per valutare l’impatto complessivo delle emissioni di vari gas serra, poiché consente di aggregare i diversi contributi in un’unica metrica basata sul loro potenziale di riscaldamento globale. Ciò permette di semplificare la complessità delle emissioni aziendali e di focalizzarsi su strategie di riduzione efficaci.
4. Verso la CO2 azzerata e il carbon free ⇧
Cosa vuol dire prodotto con CO2 azzerata? Quando si parla di prodotti e processi con “CO2 azzerata” o “carbon free” ci si riferisce a un impegno verso la neutralità carbonica, avviato attraverso la compensazione o l’eliminazione delle emissioni di gas serra. Questi termini sottolineano l’importanza di un approccio olistico al problema delle emissioni, che comprende sia la riduzione diretta che la compensazione delle emissioni residue.
5. HBJ a fianco delle aziende attente alla sostenibilità ⇧
L’ottenimento delle certificazioni ISO e la scelta di una gestione responsabile delle emissioni di CO2 offre alle aziende la possibilità di migliorare la loro immagine e competitività sul mercato mentre contribuiscono in modo significativo alla salvaguardia dell’ambiente per le future generazioni.
HBJ Group, avvalendosi del proprio laboratorio specializzato, si occupa di guidare le imprese interessate a seguire gli standard richiesti per entrare in possesso delle suddette certificazioni. Vi invitiamo a mettervi in contatto con noi per richiedere consulenza, informazioni e chiarimenti.