Le acque reflue provenienti da processi produttivi rappresentano una delle principali sfide ambientali per le industrie moderne. La loro corretta gestione e il monitoraggio costante tramite analisi specifiche sono fondamentali per ridurre l’impatto ambientale, garantire la conformità alle normative e sostenere la salute pubblica e la reputazione aziendale.
In questo articolo, analizzeremo in dettaglio cosa si intende per acque reflue, perché è essenziale sottoporle ad analisi rigorose e quali sono i passaggi principali che un laboratorio specializzato segue per garantire il rispetto delle normative vigenti.
1. Cosa si intende per acque reflue? ⇧
Le acque di scarico o reflue sono acque contaminate da attività umane, sia domestiche che industriali, contenenti sostanze inquinanti potenzialmente nocive per l’ambiente e la salute dell’uomo. Possono contenere, ad esempio, sostanze chimiche tossiche, metalli pesanti, oli, grassi, residui organici e inquinanti pericolosi che devono essere trattati e smaltiti correttamente anche per evitare di compromettere le risorse idriche naturali.
Dove si trovano le acque reflue?
Si possono trovare in molteplici contesti, tra cui impianti industriali, sistemi di trattamento delle acque, canali di scolo e superfici urbane. Alcuni esempi sono gli scarichi prodotti durante i processi produttivi, il lavaggio delle attrezzature e lo smaltimento di materiali di scarto. In ciascun ambito, occorrono metodologie di campionamento e analisi specifiche, con laboratori competenti.
2. Come si classificano le acque reflue? ⇧
Le cosiddette “acque di scarico” si classificano in base alla loro origine e alle tipologie di contaminanti presenti. Se ne distinguono tre principali categorie:
- domestiche, provenienti da abitazioni, uffici, scuole e altri luoghi dove si svolgono ordinarie attività umane. Contengono principalmente sostanze organiche e si trattano più facilmente rispetto a quelle industriali;
- industriali, generate dai processi produttivi. Possono contenere una vasta gamma di sostanze chimiche pericolose, tra cui metalli pesanti, solventi e residui di processi di lavorazione. Richiedono trattamenti più complessi e sofisticati a causa dell’elevato rischio di inquinamento chimico;
- acque meteoriche di dilavamento, ovvero acque piovane che, scorrendo su superfici inquinate (come strade, parcheggi, aree industriali), si contaminano con oli, idrocarburi e sostanze tossiche.
3. Come si analizzano le acque? ⇧
L’analisi di questa matrice è cruciale al fine di garantire che i livelli di inquinanti siano ridotti al minimo prima del loro rilascio nell’ambiente. Non effettuare controlli adeguati può comportare danni irreparabili agli ecosistemi acquatici ed inquinamento delle falde freatiche con conseguente contaminazione delle acque destinate al consumo umano.
Per le aziende inoltre possono verificarsi pesanti sanzioni economiche prescritte dagli enti di controllo. Le analisi forniscono dati fondamentali per adottare misure correttive e migliorare i processi produttivi, rendendoli più sostenibili nel lungo termine. Per il controllo dei processi vengono effettuate analisi di tipo chimico (parametri come pH, domanda chimica di ossigeno, etc.), di tipo fisico (odore, colore etc.) e di tipo microbiologico (conta di batteri potenzialmente patogeni). Per tutte queste tipologie di analisi il laboratorio si avvale di metodi e di tecniche analitiche sempre più avanzate con l’ausilio di strumentazione sempre più sensibile.
Le diverse fasi del processo analitico
- Campionamento: questa fase prevede il prelievo di campioni d’acqua direttamente dai punti di scarico. Il campionamento può essere eseguito manualmente o tramite strumentazione automatica e deve seguire rigide procedure per evitare contaminazioni esterne. Possono essere eseguiti campionamenti istantanei o campionamenti medi sulle diverse ore a seconda del processo produttivo.
- Preparazione del campione: i campioni raccolti devono essere trattati e conservati in modo adeguato per garantire che le caratteristiche chimico-fisiche rimangano inalterate fino al momento dell’analisi.
- Analisi strumentale: i campioni vengono sottoposti a una serie di test, che comprendono tutti i parametri previsti dalla legislazione di riferimento, rispettando quanto indicato dalle norme tecniche internazionali e nazionali di riferimento che garantiscono sicurezza e qualità del dato analitico ottenuto.
- Elaborazione dei dati: i risultati analitici vengono confrontati con i limiti normativi previsti dalla legge per stabilire se l’acqua oggetto d’analisi è conforme o richiede trattamenti ulteriori.
- Reporting e raccomandazioni: il laboratorio fornisce un report dettagliato all’azienda, con raccomandazioni specifiche su come gestire eventuali non conformità e migliorare il trattamento delle acque analizzate.
4. Quali sono le normative in materia di acque reflue? ⇧
In Italia, la gestione delle acque reflue è regolata da un complesso di normative nazionali ed europee. La principale legge italiana in merito è il Decreto Legislativo 152/2006, noto come “Testo Unico Ambientale”, che stabilisce i limiti per gli scarichi nelle acque superficiali e sotterranee. Tale decreto stabilisce i limiti per gli scarichi in rete fognaria, in acque superficiali e sotterranee per tutti i parametri previsti.
A livello europeo, la Direttiva 91/271/CEE stabilisce norme dettagliate per il trattamento delle acque reflue urbane e industriali, imponendo obblighi specifici sia per gli enti pubblici che per le aziende private.
5. Aziende coinvolte nell’analisi delle acque reflue ⇧
L’obbligo di analizzare le acque di scarico interessa una vasta gamma di settori industriali e produttivi. Tra questi, vi sono industrie manifatturiere, chimiche, farmaceutiche e alimentari, così come impianti per il trattamento dei rifiuti, raffinerie e aziende del settore cosmetico. In particolare, sono interessate le aziende tessili, gli autolavaggi, il settore galvanico, le tinto-stamperie, le cartiere, così come le aziende metalmeccaniche e le carrozzerie. Ogni azienda che rilascia acque di scarico, derivanti dai propri processi produttivi, deve garantire il rispetto dei limiti imposti dalla legislazione di riferimento.
Le industrie chimiche e farmaceutiche, ad esempio, devono monitorare con attenzione la presenza di sostanze pericolose e tossiche nei loro scarichi, come solventi chimici, metalli pesanti o sostanze organiche non biodegradabili. Le imprese del settore alimentare, invece, devono prestare attenzione ai residui organici e ai prodotti chimici utilizzati per la pulizia e la sanificazione delle attrezzature. Anche enti pubblici come i Comuni sono responsabili della gestione delle acque reflue urbane, che includono le acque meteoriche di dilavamento.
Tendenzialmente, comunque, tutte le aziende che sono tenute ad avere l’AIA o l’AUA devono anche verificare che i parametri ivi indicati vengono effettivamente rispettati, tramite le analisi delle acque reflue.
6. Laboratorio analisi acqua di scarico ⇧
I professionisti qualificati che fanno parte di HBJ Group, grazie a tecnologie avanzate presenti nel nostro laboratorio specializzato, forniscono ad organizzazioni ed imprese la possibilità di monitorare e gestire correttamente le loro acque di scarico. In tal modo potranno contribuire alla sostenibilità ambientale e minimizzare l’impatto sull’ambiente.